Dalla serata di sabato 2 aprile 2005, il mondo, ed in particolare tutti i cattolici, piangono la morte di papa Giovanni Paolo II. E' difficile in questi casi fare un confronto con i Papi che l'hanno preceduto od una previsione rispetto a quelli che lo seguiranno, ma sicuramente Karol Wojtyla è stato molto amato, anche da popoli che poco hanno a che spartire con la religione da lui guidata.
E' difficile, in un momento in cui tutti gli organi di informazione ci stanno inondando di parole sulla personalità di questo Papa riuscire a dire qualcosa di originale. Anche i pensieri più personali si confondono nell'emozione del momento.
Probabilmente il modo migliore di ricordare questo grande uomo è il tentare di guardare avanti, a quel che verrà dopo. Non possiamo fermarci per la sua morte. Un credente, che in quanto tale è certo dell'esistenza di una vita dopo la morte, può solo rallegrarsi per la dipartita dell'anziano papa. E' scritto che esiste un tempo per vivere ed uno per morire. Forse per Giovanni Paolo II era questo il momento di lasciarci.
Molto ha sofferto nella sua vita. Ha subito gli stenti e le sofferenze dei due maggiori drammi del secolo passato, il nazismo ed il comunismo, è stato vittima di un attentato, ha sofferto per molti anni del morbo di Parkinson, alla fine se ne è andato a 84 anni. Il mondo ne ha ottenuto molto, non poteva pretendere di averlo per sempre tra i vivi.
E' ora il tempo di pensare a quello che ci porteremo tutti noi nella nostra vita del suo insegnamento. Come uomini ci ha sicuramente insegnato ad apprezzare anche la sofferenza fisica, se supportata da potenti mezzi morali. Ha dimostrato che si può essere vecchi e malati senza doversene vergognare. Ha mostrato ai giovani cosa vuol dire credere ed anche le grandi rinunce ed i grandi sacrifici che si devono accettare nel proprio essere cristiani. La forza di questo Papa è anche stata quella di far recepire con naturalezza a tanti giovani, di diverse generazioni, questo insegnamento.
I frutti di questa azione profonda li potremo meglio apprezzare tra qualche anno. Solo allora potremo essere certi che non sia stata fine a se stessa. Dovremo però essere perseveranti, maturare tutte le sollecitazioni proposteci traendone ispirazione per le scelte di vita. Dovremo dubitare di tutti quelli che, per amor della loro parte, tenderanno ad esaltare alcuni aspetti del suo pensiero tacendone altri meno comodi. Non si può esaltare l'esortazioni alla pace e tacere la forte contrarietà ad aborto, divorzio, eutanasia e procreazione assistita.
Giustamente Vittorio Messori ha definito Giovanni Paolo II "Grande". Nessuno ritengo possa obiettare ad un tale appellativo riferito a Karol Wojtyla.
Vorrei terminare queste poche righe con l'esortazione ad attendere con cuore aperto il prossimo successore di Pietro che sarà elevato al soglio pontificio nei prossimi giorni. Non dubito che sapremo farci conquistare anche da questo Papa. Ricordiamoci che dopo Giovanni XXIII è venuto Paolo VI a cui è succeduto Giovanni Paolo II, dopo il brevissimo intermezzo di Giovanni Paolo I. Ogni volta si è dubitato si potesse eguagliare la grandezza del Papa precedente ma, inevitabilmente, si è stati smentiti.
Alberto Odoardi
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