Quando i funerali di Giovanni Paolo II hanno inizio il Vangelo viene deposto aperto sulla bara di cipresso posta al centro del sagrato. Il Vangelo simboleggia la semplicità. Come Paolo VI, Carol Wojtyla ha voluto abolire gli sfarzi che erano propri dei pontefici defunti.
Per tutta la cerimonia un forte vento attraversa Piazza San Pietro, spiega le bandiere delle diverse nazioni, gonfia le stole dei cardinali e avvolge i potenti del mondo e la folla di oltre trecentomila fedeli accorsi per dare l'addio al Pontefice.
I funerali hanno inizio alle 10. Risuonano le prime note dell'organo, la bara viene portata a spalla sul sagrato di San Pietro ed è accolta dall'applauso lunghissimo della folla. Sullo sfondo campeggia l'arazzo che rappresenta la resurrezione di Cristo.
Sono presenti circa 200 regnanti, Capi di Stato e Capi di governo e oltre tre miliardi di persone seguono in diretta la funzione.
Accade che nemici storici si trovino seduti a pochi posti di distanza l'uno dall'altro. Il Presidente siriano Bashar Assad stringe la mano al collega israeliano Moshe Katzav, nonostante i rispettivi paesi siano formalmente in guerra, e lo stesso Katzav conversa con il presidente iraniano Kathami, in persiano, sebbene il Paese degli Ayatollah non riconosca lo stato di Israele.
Comincia la celebrazione della messa, affidata al decano dei cardinali Joseph Ratzinger.
La prima lettura, recitata in spagnolo, è seguita dal salmo responsoriale in latino e dalla seconda lettura in inglese.
Il Vangelo è letto in latino e riguarda il testo di Giovanni in cui Gesù risorto dice a Pietro:"Tu seguimi".
Giunge il momento dell'omelia. Il Cardinale Ratzinger pronuncia parole commosse:"E' realmente andato ovunque ed instancabilmente per portare frutto, un frutto che rimane. "Alzatevi, andiamo!", è il titolo del suo penultimo libro. "Alzatevi, andiamo!" con queste parole ci ha risvegliato da una fede stanca, dal sonno dei discepoli di ieri e di oggi. "Alzatevi, andiamo!" dice anche oggi a noi».
Per tredici volte le parole di Ratzinger sono interrotte dall'applauso della folla, fino al passaggio più toccante, quando il cardinale si riferisce alla finestra chiusa del Pontefice:"Possiamo essere sicuri che il nostro amato Papa sta adesso alla finestra del Padre, ci vede e ci benedice" e poi rivolgendosi direttamente a Giovanni Paolo II:"Sì, ci benedica, Santo Padre!".
Al termine dell'omelia si alza l'invocazione della folla: "Santo, santo" è il coro che come un'onda si propaga nella piazza, accompagnato dall'applauso lunghissimo dei fedeli.
Le preghiere dei fedeli sono recitate in francese, in swahili, in filippino, in polacco e in tedesco. L'offertorio è aperto da una coppia polacca e la processione è seguita poi da altre coppie dei vari continenti, mentre una suora chiude il rito dei doni. La distribuzione della Comunione avviene da parte di un gruppo di sacerdoti, che arrivano anche in via della Conciliazione. Centinaia di fedeli si dispongono in silenzio per l'eucarestia.
Il cardinale Ratzinger e il cardinale Camillo Ruini leggono le suppliche. Al termine i patriarchi, gli arcivescovi maggiori e i metropoliti delle Chiese Metropolitane orientali cattoliche eseguono cori rivolti all'altare. Poi una preghiera silenziosa e la benedizione della salma. Infine l'incensazione da parte di Ratzinger, accompagnata dai canti della schola.
Al termine della messa l'orazione, ancora di Ratzinger: «Alla Chiesa, privata del suo Pastore, dona il conforto della fede e la forza della speranza».
Alle 12,37 la bara di Giovanni Paolo II lascia il sagrato di San Pietro per essere portata dentro la basilica e essere poi tumulata nelle Grotte Vaticane, nella nuda terra come ha voluto lo stesso Pontefice. Il feretro, portato a spalla da 12 sediari pontifici si allontana preceduto dalla processione dei cardinali, chiusa dal cardinale decano, Joseph Ratzinger.
I rintocchi della campana di San Pietro si mescolano al coro dei giovani che battendo le mani scandiscono il nome del Papa. La bara viene rivolta un'ultima volta alla folla, poi entra nella basilica salutata da un ritmico e quasi interminabile applauso.
Nel corso della funzione il vento ha mosso costantemente le pagine del Vangelo deposto sulla bara, come se una mano invisibile le voltasse una ad una, fino a che, al termine della cerimonia, un'ultima folata ha richiuso la copertina rossa, come a suggellare il momento dell'estremo saluto a Giovanni Paolo II.
La Redazione
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