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Roma: nasce la Città dell'Altra Economia

Sono iniziati i lavori che nel 2006 faranno di Roma la prima città europea ad avere uno spazio permanente dedicato alla promozione dell'Altra Economia, di quel sistema economico costituito da imprese che producono utilizzando criteri di sostenibilità ambientale e di equa distribuzione del prodotto, ottenuto attraverso il riciclo o il riuso di materiali già utilizzati in altri processi produttivi.
La Città dell'Altra Economia prevede uno spazio di 3.500 metri quadrati che si collocherà all'interno del Campo Boario nell'ex Mattatoio di Testaccio, già teatro di diverse sperimentazioni di utilizzo dello spazio pubblico; saranno presenti sale per seminari e dibattiti, mostre, spettacoli, esposizione e vendita di prodotti biologici distribuiti direttamente dal produttore, attraverso una politica che esclude la possibilità di sperequazioni durante la trasformazione del prodotto.

Già nel 2002 l'incontro tra più di quaranta cooperative e imprese romane intorno al Tavolo dell'Altra Economia, ha posto l'attenzione su concetti chiave per uno sviluppo sostenibile come eco-compatibilità, re-investimento del valore aggiunto, consumo responsabile, trasparenza del processo produttivo e dei prezzi dei prodotti. Il Punto Primo della ‘Carta dei Principi' del Tavolo dell'Altra Economa ci dà una definizione ben specifica di questo modello economico: "Sono comprese nella definizione di Altra Economia tutte le attività economiche che non perseguono le finalità del sistema economico di natura capitalista e di ispirazione liberista o neoliberista. In particolare sono da essa rifiutati gli obiettivi di crescita, sviluppo ed espansione illimitati, il perseguimento del profitto ad ogni costo, l'utilizzazione delle persone da parte dei meccanismi economici e nel solo interesse di altre persone, il mancato rispetto dei diritti umani, della natura e delle sue esigenze di riproduzione delle risorse".

I principi ai quali si ispira l'Altra Economia sono di natura non solo economica, ma anche sociale. Il commercio equo e solidale prevede che ai lavoratori del "sud del mondo" vengano pagati prezzi stabili più alti del costo delle materie prime, sostenendo soprattutto gli investimenti dei produttori e la cooperazione internazionale. Oggi il commercio equo e solidale è in continua crescita e conta su più di 3.000 botteghe in Europa, di cui circa 350 in Italia, per un volume di affari di 4.200 milioni di euro. La finanza etica nasce da una proposta di utilizzo del denaro in modo non speculativo, ridistribuendo gli utili all'interno dell'area di produzione e garantendo quindi il sostegno del territorio e lo sviluppo delle reti sociali attraverso forme di microcredito; nella finanza etica ogni soggetto ha la propria remunerazione in base alla partecipazione nella produzione del bene finale. In Italia già negli Anni '70 sono nate a questo scopo le Mutue Auto Gestione, cooperative finanziarie che raccolgono risparmio e ridistribuiscono prestito tra i propri soci in modo mutualistico e secondo i principi di trasparenza e cooperazione.

Nel 1998 in Italia à nata la Banca Popolare Etica, primo operatore bancario a finanziare esclusivamente il settore dell'Altra Economia. Il consumo critico prevede una diversificazione dei consumi, nella consapevolezza dell'insostenibilità degli attuali livelli; consumo critico vuol dire recupero di materiali e riciclaggio dei rifiuti per ottenere energie alternative, acquisto delle tecnologie a minor impatto ambientale e riqualificazione dei settori produttivi in crisi. Questo è stato il motivo della nascita di diversi Gruppi di Acquisto Solidale, che riuniscono persone per acquistare insieme non solo in base al prezzo e alla qualità, ma soprattutto in base a criteri etici. Il turismo responsabile si muove in antitesi all'industria turistica di massa che sfrutta le risorse ambientali e che non rispetta le comunità ed il territorio; l'AITR è l'organismo di coordinamento in Italia che riunisce i diversi soggetti del turismo responsabile.
Infine si vuole sottolineare l'interesse verso lo sfruttamento delle energie rinnovabili, cioè energia solare, eolica e bio-masse, con campagne di sensibilizzazione all'utilizzo di nuove tecnologie a basso impatto ambientale ottenute da fonti inesauribili, tecnologie con costi al momento difficilmente sostenibili dal cittadino solo perché non prodotte ancora su vasta scala.

Al centro del processo produttivo si posiziona l'agricoltura biologica, punto di partenza per lo sviluppo di un modello eco-sostenibile. In Italia il mercato dell'agricoltura biologica occupa il primo posto nel mondo per aziende produttrici e di trasformazione, e il terzo nel mondo e il primo in Europa per superfici con coltivazioni biologiche (7,88% della Superficie Agricola Utile). I consumi biologici si attestano intorno al 2% dei consumi alimentari totali, con un fatturato superiore ai 2 miliardi di Euro. Roma, il comune agricolo più vasto d'Europa, non può non essere particolarmente interessata a questo fenomeno.


Stefano Colasanti

 
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