"Dopo il grande Papa Giovanni Paolo II i signori cardinali hanno eletto un semplice, umile lavoratore nella vigna del Signore", con queste parole ha avuto inizio il pontificato di Joseph Ratzinger, salito al Soglio Pontificio con il nome di Benedetto XVI.
La fumata bianca dopo solo due giorni di Conclave ha colto di sorpresa molti dei fedeli che in questi giorni hanno raggiunto Roma per assistere all'elezione del nuovo Pontefice. In pochi minuti Via della Conciliazione è stata invasa da migliaia di persone desiderose di conoscere il nome del successore di Giovanni Paolo II. La nomina di Ratzinger, a quel punto, appariva a molti una delle più probabili. La rapidità dell'elezione del nuovo Papa poteva essere spiegata solo con la scelta di una figura autorevole come quella del Decano dei cardinali.
Il nuovo Pontefice ha compiuto 78 anni lo scorso 16 aprile. E' nato a Marktl am Inn in Baviera e può vantare una straordinaria carriera ecclesiastica e accademica.
Nel marzo 1977 fu nominato da Paolo VI arcivescovo di Monaco e Friesing e a giugno, a soli 50 anni, fu nominato cardinale e al contempo anche professore ordinario all'Università di Ratisbona. Nel 1981 Papa Giovanni Paolo II lo nominò prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, dicastero erede della Santa Inquisizione e presidente della Commissione teologica internazionale.
E' entrato in conclave tra 113 cardinali creati da Giovanni Paolo II, essendo uno dei due soli cardinali nominati da Paolo VI. Nel 1978, assieme al cardinale di Vienna Franz Koenig, era stato fra i grandi elettori di Papa Karol Wojtyla, e in passato Ratzinger ha già partecipato a due conclavi.
Le biografie gli attribuiscono oltre 700 opere filosofiche e teologiche.
Ciò che maggiormente sorprende nel percorso che ha portato Joseph Ratzinger al Pontificato è il suo costante tentativo di sottrarsi a questo destino. Nel '77 fu in dubbio se accettare la nomina di Paolo VI a vescovo di Monaco e Frisinga, perché voleva insegnare, e nel 1981 pregò inutilmente il Papa di cambiare idea e di non chiamarlo in Curia come Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, perché voleva studiare e pubblicare.
Più volte il cardinale tedesco ha offerto le dimissioni, ma Giovanni Paolo II le ha sempre respinte.
Nonostante non abbia avuto per sé altra ambizione personale oltre quella di ritirarsi a scrivere "il nuovo Papa ha detto sì al suo nuovo compito in maniera forte e decisa". A dirlo è il cardinale di Vienne Christopher Schoenborn, nel corso di una conferenza stampa all'indomani dell'elezione di Benedetto XVI. Secondo Schoenborn il nuovo Pontefice "era felice nell'accettare questo incarico senza riserva, e sa che fino alla morte porterà il peso di questa missione".
In molti hanno parlato di una scelta nella continuità del rigore dottrinario di Giovanni Paolo II, in questo caso non temperato dalla comunicatività mediatica che ha contraddistinto il precedente Pontefice. Tuttavia è estremamente difficile riuscire a prevedere quali saranno i tratti distintivi del nuovo Pontificato. Non c'è dubbio che la figura del Ratzinger cardinale sia stata dottrinariamente energica e hanno destato molta impressione le parole che ha pronunciato come Decano all'apertura del conclave, quasi un manifesto programmatico contro la "dittatura del relativismo". In quell'occasione Benedetto XVI ha denunciato come una "fede chiara" viene oggi giudicata "fondamentalismo", in tempi che "non riconoscono nulla come definitivo e lasciano come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie". Eppure, come ha scritto Leonardo Zega, su "La Stampa", il Pontificato di Benedetto XVI potrebbe sorprenderci.
Già il nome dinastico di Benedetto ha una sua non trascurabile valenza storica. Benedetto XV fu il Papa che definì «inutile strage» la Grande Guerra, e fu la prima condanna esplicita lanciata dalla Chiesa contro la guerra intesa come male assoluto.
A questo proposito, nel cercare di capire quale potrebbe essere l'impegno maggiore del nuovo Pontefice, paiono importanti ancora una volta le parole del cardinale Schoenborn, il quale ha sottolineato che Benedetto XVI "sarà il Papa della pace", perché la scelta del nome, "che noi proprio non ci aspettavamo", farebbe riferimento proprio agli sforzi profusi da Benedetto XV nella ricerca di una soluzione pacifica alla Prima Guerra Mondiale.
Anche le sfide che la Chiesa si troverà ad affrontare nel contesto internazionale giocheranno quindi un ruolo importante nel tracciare le linee guida del nuovo Pontificato e nel definire le finalità e i principi ispiratori di un'eredità difficile come quella di Giovanni Paolo II.
La Redazione
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