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Giovani: il miraggio della casa di proprietà

E' stata recentemente pubblicata una ricerca del Censis, commissionata dalla Banca di Roma, avente ad oggetto il mercato immobiliare italiano e le reali possibilità delle giovani generazioni di acquistare un'abitazione.
Secondo la ricerca all'inizio del 2005 la media nazionale dei proprietari di case si attesta intorno all'81%, ma si riduce drasticamente al 35,2% se si considera la fascia d'età compresa tra i 26 e i 35 anni.
Il Censis sottolinea come il 56,7% dei giovani viva ancora con i genitori, il 33,9% viva in affitto e il 9,4% conviva in coppia con amici e colleghi.
Le ragioni di questi dati, così diversi rispetto alle medie europee, andrebbero ricercate in molti fattori.

In primo luogo i dati forniti da Nomisma testimoniano una crescita ipertrofica dei prezzi del mercato immobiliare. Nelle tredici maggiori città italiane, dal 1999 al 2004 l'aumento dei prezzi al metro quadro ha raggiunto il 65% (il 44,1 al netto dell'inflazione), mentre in quelle di più piccole dimensioni è stato del 45,6% (26,8 tenendo conto del costo della vita).
Le città più care risulterebbero Venezia e Milano, la prima con un prezzo medio al metro quadro di 4210,5 euro, la seconda con un costo medio di 4082 euro. La lieve correzione registratasi nel 2004, con un aumento dei prezzi di "solo" il 9,7% nelle grandi metropoli e del 7,3% nelle altre città non appare sufficiente a rappresentare una reale inversione di tendenza.

Il secondo fattore è invece costituito dall'annoso problema del lavoro. Attualmente il 21,5% dei giovani compresi tra i 26 e i 35 anni lavora con un contratto atipico e la quota è aumentata di circa tre punti percentuali negli ultimi tre anni. Fino a poco tempo fa questa tipologia di contratti era esclusa dalla possibilità di beneficiare di prestiti bancari. La situazione sta però lentamente cambiando e i maggiori istituti di credito cominciano a rendersi conto dell'esistenza di circa quattro milioni di nuovi potenziali acquirenti, giovani con contratti di lavoro atipico, che un mercato come quello immobiliare, ormai giunto alla saturazione, non può più permettersi di trascurare. Il 30,1% di questo potenziale bacino d'utenza vive nel Nord-Ovest, in particolare in Lombardia (il 18,7%), il 28,1% è stato invece individuato nelle regioni del Sud, mentre il Centro e il Nord-Est esprimono ognuno il 22% di questo nuovo fabbisogno abitativo, con una particolare concentrazione della domanda in Veneto (10,5%) e nel Lazio (8,8%).
Almeno in questo caso le esigenze del mercato sembrano incontrare quelle delle nuove generazioni. E' auspicabile un intervento sul sistema dei prestiti in Italia che sancisca l'istituzione di un fondo mutui destinato ai precari e consenta alle banche di predisporre offerte su misura per i lavoratori atipici, affinché, come ha sottolineato il direttore del Censis Giuseppe Roma, "la stabilità abitativa possa bilanciare le incertezze del lavoro flessibile".


Paolo Romani

 
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