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Il vero sconfitto

Le recenti elezioni politiche fanno ancora discutere; ufficialmente non è stato ancora proclamato il vincitore, ci sono da controllare le schede contestate, ci sono i presunti brogli e cosi via.
Ma le stesse elezioni hanno decretato una sconfitta netta e senza appello: quella degli exit poll e dei sondaggi.
Lo sfortunato protagonista di questo verdetto è l'istituto di ricerche Nexus a cui era stato affidato da Rai e Mediaset il compito di monitorare e offrire tempestivamente le proiezioni e i dati su cui discutere per ore in attesa di dati concreti.

Gli exit poll hanno un meccanismo semplice: in queste elezioni 1.050 rilevatori della Nexus hanno fermato i votanti nella misura di uno ogni cinque chiedendo loro di ripetere il voto per camera e senato su due schede identiche a quelle usate nei seggi e di indicare le preferenze espresse nelle elezioni precedenti (domande di controllo, servono ad assicurare la validità delle risposte), alla fine sono stati "intervistati" circa 60 mila elettori.
Al contrario le proiezioni vengono elaborate con la rilevazione dei dati effettivi, dei voti espressi che vengono registrati e comunicati da 2.000 seggi italiani. Sono dati che vanno di pari passo con quelli forniti dal Viminale ma con una differenza: provengono in maniera uniforme dal territorio.

Storicamente il primo errore dei sondaggi risale al 1948 negli Stati Uniti, elezioni presidenziali con candidati Harry Truman e il repubblicano Thomas Dewey. In quell'occasione sondaggi, giornali e televisioni (prime elezioni con le telecamere) dettero per politicamente morto Truman.
In Italia si ricordano gli abbagli della DOXA nel 1993 per le elezioni comunali di Palermo e Roma con Arnone e Fini che vanno a letto sindaci per risvegliarsi trombati dai voti reali a favore di Sodano e Rutelli.
L'errore più celebre avvenne nel 1995, elezioni regionali: l'Istituto Datamedia fa piantare al direttore del Tg4 Emilio Fede tante bandierine di Forza Italia su ogni regione conquistata... la mattina dopo saranno ben poche.
Tornando alle elezioni 2006, i "dati di paglia" forniti da Nexus prefiguravano un risultato che non ammetteva repliche: alle 15.00 in punto gli exit polls decretavano che il centrosinistra aveva 5 punti percentuali di vantaggio sul centrodestra, dati che venivano confermati nel corso del pomeriggio e che influenzavano i giudizi di giornalisti e politici.
Solo in serata arrivava la debacle con un risultato degli scrutini che registrava il costante avvicinamento dei due poli fino al sostanziale pareggio. Intorno all'una di notte il Direttore di Nexus, Fabrizio Masia, gettava la spugna a Porta a Porta: "Non so se sia una considerazione ironica o drammatica ma siamo nella totale impossibilità di dire chi ha vinto".

Ma cosa è successo? A detta degli esperti, i motivi sarebbero principalmente due: il nuovo sistema elettorale (con Senato a base regionale) e l'alta affluenza alle urne che, tecnicamente, avrebbero determinato dei risultati falsati.
"Probabilmente, sostiene Simona Beltrame, Amministratore delegato di Tns Abacus, "sono stati scelti campioni con criteri utilizzati anche in passato quando, con la nuova legge elettorale, sarebbe stato opportuno elaborare un modello più specifico tenendo conto della particolarità di alcune Regioni".
Secondo Renato Mannheimer, i moderati si sono vergognati di dire per chi votavano "ma non è un fenomeno strano, sostiene, negli anni ‘70 ci si vergognava di essere Dc e negli anni ‘50 di essere comunisti... insomma tutto è gia accaduto".
Nexus, dal canto suo, si difende indicando nella mancanza di storia statistica sul nuovo sistema elettorale e nella straordinaria affluenza alle urne (per quantità e per distribuzione oraria) i motivi del fallimento, senza sottovalutare le precise tendenze indicate dai dati pre-elettorali e sul conseguente "inganno" di chi ha deciso all'ultimo momento.
Nonostante tutto la categoria dei sondaggisti non si scompone: l'errore può sempre capitare, l'arte dei sondaggi è una scienza "quasi" esatta, si tratta solo di aggiustare qualche dettaglio tecnico.
Nessun dubbio dunque sull'efficacia dei sondaggi anche se probabilmente sono molto più affidabili se riferiti ai consumi che non al pensiero politico degli italiani. Alle prossime elezioni politiche, comunque, aspettiamoci sondaggi che pretenderanno di spaccare il millesimo di punto percentuale


Valerio Rosati

 
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