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Cinema e fumetto: da Sin City a Batman Begins

Un fumetto noir, sofisticato, perlopiù sconosciuto al grande pubblico e mai finora portato sul grande schermo; ed un'icona ormai affermata, l'inossidabile uomo pipistrello già tradotto cinematograficamente dalla regia prima di Tim Burton e poi di Joel Schumacher.

Già a causa della differenza delle fonti dell'ispirazione, nessuna meraviglia nel fatto che Sin City e Batman Begins siano due prodotti affatto diversi; il primo sperimenta nuovi confini della cinematografia contemporanea, creando immagini in bianco e nero, vicini il più possibile alle tavole di Frank Miller, autore del fumetto nonché regista a fianco di Robert Rodriguez; al contrario nel secondo il regista Christopher Nolan, rifiutando le facili tentazioni degli effetti digitali, elabora un prodotto dall'involucro che si potrebbe definire strettamente tradizionale.

Eppure già nella scelta del momento della storia di Batman ci viene rivelato l'ambizioso progetto del regista: narrare ex novo e dall'inizio la storia del personaggio, senza ricollegarsi alla precedente produzione. A confermare questa precisa scelta vi è anche un cambiamento di tono rispetto agli altri film di Batman; vedendo l'opera di Christopher Nolan abbiamo davanti un prodotto innegabilmente cinematografico, dove l'ascendenza dal fumetto appare più come un voluto omaggio che non come una dipendenza strutturale.

La scelta estetica di Rodriguez è invece opposta: contrastando polemicamente i frequenti stravolgimenti dei fumetti ben presenti nella storia del cinema più o meno recente, con la collaborazione di Miller crea un film che può essere definito tale unicamente in virtù del movimento delle figure; Sin City è la traduzione di un fumetto su uno schermo, più che un'opera a sé stante.

Per usare una distinzione antica (e forse superata, tuttavia utile ai nostri fini), l'originalità cinematografica di Sin City è dunque nella forma, di Batman Begins nel contenuto; e questo non perché i contenuti del fumetto di Miller siano banali, ma perché il film di Rodriguez programmaticamente rinuncia ad essere altro dal fumetto sua fonte. Lo stesso sperimentalismo delle immagini è inscindibilmente legato alla subordinazione della pellicola alla sua fonte.

Quanto all'originalità cinematografica di Batman Begins è forse opportuno ricordare la particolarità della sua produzione, che si caratterizza quasi come indipendente, seppure ufficialmente il film sia legato alle Warner Productions; la percentuale maggiore delle spese di produzione è infatti stata coperta da investitori privati. Ciò ha probabilmente permesso al regista di espungere dalla sua creazione qualsiasi ammiccamento al gusto del grande pubblico, qualora potesse risultare come una stonatura nell'andamento generale della storia, che del resto altro non è che la vita di un uomo che sceglie di diventare personaggio; ne risulta un lodevolissimo esempio di coerenza di scene e dialoghi.

Anche da un punto di vista estetico dunque i due film svolgono funzioni differenti: gli esperimenti formali di Sin City hanno sicuramente palesato una nuova frontiera dell'innovazione stilistica cinematografica, nonché della traduzione, contrapposta alla trasposizione, su grande schermo di un fumetto; e tuttavia il concetto di traduzione, ora sperimentato, appare in qualche modo riduttivo, non fosse altro che dell'autonomia del cinema come forma d'arte.

Banalmente, senza entrare nello specifico discorso delle categorie estetiche attinenti alle varie forme d'arte, si potrebbe dire che un fumetto si legge, non si guarda; forse per questo la sensazione epidermica che il film comunica è che ci sia qualcosa fuori posto, o fuori luogo, forse per la particolarità del suo stile formale.

Sin City ha voluto presentarsi come un'alternativa rigorosa agli adattamenti più che liberi fatti dal cinema ai danni del fumetto, dando inizio ad una rivoluzione stilistica, seppure tesa alla conservazione: Batman Begins invece si presenta come un bel film; nulla di più, ma nulla di meno.


Fabia Scali-Warner

 
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