Immerso nel verde del quartiere più suggestivo di Anzio, quello compreso fra viale Mencacci e via Gramsci, fra ville fiorite e sentieri in selciato, appare Flora, come un sogno. Luci soffuse che spuntano dall'ombra del fogliame e splendidi interni visibili dalle vetrate.
Siamo lontani dal chiasso e dalla folla del porto, anche se a due passi dall'elegante riviera Zanardelli e dall' ex casinò il Paradiso sul mare.
Il posto è tranquillo e riservato, lontano dagli stereotipi turistici. Chi sceglie di andare al ristorante Flora non ha bisogno di programmare nient'altro per la serata: l'atmosfera da fiaba potrà proseguire in una passeggiata per quei vicoli fioriti e sulla riviera di Levante. Prenotare uno dei pochi tavoli sulla deliziosa veranda, ma anche in una delle salette interne climatizzate è l'ideale conclusione di una giornata al mare.
Posate e sottopiatti in argento, vasi fioriti, candele, la fresca brezza marina che porta profumi di pino e gelsomino, appena ci si siede sulle comode poltroncine ci si scorda di essere venuti per cenare.
Poi i consigli sul menù del gentile proprietario, Rodolfo Tamburello, ci ricordano piacevolmente le stuzzicanti portate che ci aspettano. Il menù non fisso è garanzia di estro dello chef e freschezza degli ingredienti usati.
Iniziamo dunque con un misto di antipastini caldi e crudi, tutti spiegati mentre ci vengono serviti. Gamberi rossi e scampi crudi conditi con un fresco intingolo di olio, limone e basilico, insalata di arzilla e rughetta dal sapore vincente e deciso, ottima sui crostini di pane alle olive di cui veniamo continuamente riforniti.
A regola d'arte la frittura di un delicato filetto di sogliola e polpettina di pesce, saporiti il tortino di alici che si scioglie in bocca, il trancio di pesce in crosta di patate e le bruschettine aromatiche ai pomodorini. Buonissima e tenera persino la misticanza che guarnisce alcune portate, è un peccato lasciarla lì. Tutto lega alla perfezione, colpisce per la delicatezza dei condimenti e nobiltà delle materie prime.
Per il vino abbiamo seguito l'esperto consiglio del proprietario optando per un Salina del 2004, bianco delle Isole Eolie ottenuto da uve Catarratto e Inzolie. Provatelo al più presto perché quella del 2004, come ci ha spiegato il ristoratore, è stata un'annata particolarmente felice per questo ottimo bianco dal profumo di fiori primaverili.
La cena continua con un assaggio di primo, scelta intelligente non esagerare con la pasta quando si può assaporare dell'ottimo pesce.
Sapore indimenticabile e gustoso per i Paccheri con sugo e polpa di astice, ma al tavolo di fronte ho visto arrivare dei Tagliolini all'uova di riccio altrettanto invitanti.
Per secondo ho scelto una portata difficile, un Fraolino arrosto con patate al forno. Da qui si vede se il cuoco è bravo perché il Fraolino è un pescetto saporito ma comune e le patate al forno sono la pecca di molti ristoranti, perché prelessate e poi scaldate.
Prova brillantemente superata: il pesce era tenero e compatto, non ho saputo scartare nemmeno la pellicina croccante e saporita. Le patate erano state cotte davvero in forno e servite a cristallo, cioè a scaglie croccanti.
Delizioso anche il dolce, un insolito zuccotto di pan di Spagna ricoperto di crema al caffè, simile al tiramisù di sapore. Da provare la crema di sorbetto al limone, servita a rosa sul piatto e contornata da una crema alla menta cui si abbina perfettamente.
Insieme al vin santo ci sono state offerte delle ottime ciambelline di Cori, fra le più buone che abbia mai assaggiato.
Attendo il conto felice di pagare un po' di più perché la cena è stata splendida ed invece devo rileggerlo due volte prima di capire quanto la cifra sia onesta.
Avrei pagato quella somma solo per stare una serata in quel posto da sogno.
Il ristorante Flora, sull'omonima via, è un locale romantico e piacevole come pochi, ma attenti con chi andate, potreste innamorarvi!
Chiara De Angelis
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