1972: Olimpiadi di Monaco. Un gruppo di atleti israeliani viene sequestrato e ucciso da un commando terroristico denominato "Settembre Nero". In risposta al primo attentato della storia in diretta televisiva, i servizi segreti israeliani inviano cinque sicari con l'obiettivo di cercare e uccidere i mandanti di tale strage. Tra gli spettatori degli accadimenti di Monaco c'è anche Spielberg che, dopo anni di meditazione, ha finalmente deciso di portare sul grande schermo l'accaduto. Il suo obiettivo non è quello di fare un film sulla vendetta, anche se la sceneggiatura è basata sul romanzo di George Jonas "Vengeance", ma quello di indagare sul "perché" di tanta violenza. Il regista americano, ormai sinonimo di garanzia, ci mostra i fatti così come sono senza prendere le parti di nessuno dei personaggi principali.
Non ci sono infatti "buoni" o "cattivi", ma soltanto persone con ideali diversi. Questa tesi è dimostrata dal brillante dialogo tra l'israeliano e il palestinese, nel quale Spielberg rispetta entrambi i punti di vista. Ma cosa porta a questo odio? Il giovane palestinese sembra avere le idee molto chiare quando afferma che "la patria è tutto". Ma che cos'è la patria? E' un pezzo di terra oppure i costumi e la cultura di un popolo? E vale davvero così tanto? Domande cui non è facile rispondere dal momento che, a trent'anni di distanza, le stragi compiute da questi popoli sono ancora all'ordine del giorno.
Nel cast di Munich figurano l'ottimo Eric Bana nei panni dell'agente del Mossad Avner, Daniel Craig (futuro James Bond), Mathieu Kassovitz e Geoffrey Rush. Il film ha avuto ben cinque nomination agli Oscar e, anche se rimasto a bocca asciutta, si è ritagliato un piccolo posto nella storia del cinema. Unica nota negativa è che la narrazione nella seconda parte sembra perdere quella tensione emotiva che era stata il leitmotiv fino a quel momento. Questo però è ben poca cosa rispetto alla straordinaria profondità della sceneggiatura che, insieme alla regia, al montaggio, alla colonna sonora e alle ottime interpretazioni degli attori, fa di Munich uno dei migliori film dell'anno.
Luigi M. Marani
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