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Musica: Sergio Caputo da riscoprire

28 marzo 2006, sono le 23.10 il "The Place", storico locale romano a due passi da Castel S. Angelo, è ormai pieno.
Si attende con trepidazione che Sergio con le sue melodie swing ci porti indietro di un po' di anni. Era infatti il 1983 quando Caputo diede alle stampe il suo primo album e a detta di tutti il suo capolavoro: "Un sabato Italiano", un album che è un concentrato di potenziali singoli, tutte briose e con testi fantasiosi e mai banali. Proprio gran parte di queste canzoni vengono eseguite da Sergio, in questo concerto emozionante.

Caputo fa il suo ingresso alle 23.20 da solo, senza band, e ci regala un paio di canzoni voce e chitarra: "Anche i detective piangono" e "Weekend". Subito dopo entra in scena la sua band che è composta da Roberto Nannetti (chitarra), Lello Pareti (contrabbasso), Giulio Visibelli (sax) e Mauro Beggio (batteria).
Si capisce subito dopo le prime note del "Garibaldi Innamorato" che è una super band, il contrabbasso di Pareti pulsa e trasmette emozioni ad ogni nota, il sax di Visibelli orna le canzoni donandogli briosità e a volte si alterna anche al clarino, mentre la batteria di Beggio non sbaglia un colpo, conferendo alle canzoni un ritmo incalzante.
Per chiudere la chitarra di Nannetti, una delizia per le orecchie, soprattutto in pezzi quali "Spicchio di Luna" e "Mettimi giù" , in cui imbraccia una chitarra classica ma anche in pezzi più sostenuti come "Hemingway Caffè Latino" in cui ne utilizza una elettrica.
Dopo il "Garibaldi Innamorato", Caputo propone un altro classico: "L'astronave che arriva", anche questa, come la precedente, ri-arrangiata rispetto alla versione dell'album, qui più sincopata e ipnotica.
Si arriva al momento di "Italiani Mambo" e tutto il pubblico canta insieme a Sergio la canzone.
C'è da dire che Caputo è molto a suo agio sul palco, racconta tra una canzone e l'altra aneddoti divertenti come quello del video di "Ma che amico sei" girato con dei motociclisti romani che non riuscivano a dire in inglese la frase "Jesus was a good man"! E poi scherza continuamente con la sua band, la quale ci regala a chiusura della prima parte un pezzo molto bello contenuto nell'ultimo cd ("All kind of things" uscito in America un anno fa, completamente strumentale, appartenente alla categoria "Smooth Jazz" con cui Sergio si è tolto parecchie soddisfazioni, è stato infatti uno degli album più trasmessi l'anno scorso dalle radio americane che trasmettono smooth jazz).
Dopo una pausa di 20 minuti il concerto riprende con Caputo ancora solo sul palco che invita il proprietario del locale a duettare con lui nella celebre "Cimici e Bromuro", poi prima del rientro della band esegue "Ma che amico sei".
La band attacca con "Bimba se Sapessi" ed è davvero difficile rimanere fermi e quando il sax introduce le noti di "Un sabato Italiano" c'è un vero e proprio boato.
Tra le note positive va segnalato come Caputo sia migliorato chitarristicamente parlando, e lo si nota soprattutto quando interpreta un'altra canzone dal suo cd strumentale dal titolo "Everything I do" in cui si lancia in assoli jazz abbastanza disinvolti.
Tra le note negative c'è da dire che la voce di Caputo, mai stata veramente eccezionale, risente abbastanza degli anni passati, ed in alcune canzoni egli stesso sfugge furbescamente alle note più alte, ora facendo cantare il pubblico, ora lasciando a qualche strumento l'onere di colmarle.
A parte questo, il concerto è veramente godibile e si chiude con due bis elettrizzanti: "Vado alle Hawaii" e "Merci bocu". E proprio a quest'ultima canzone è legato un aneddoto divertente, Caputo decise volutamente di scrivere il titolo in maniera errata perché scrivere becaup avrebbe dato una difficoltà radiofonica agli annunciatori che masticavano poco il francese e quindi minore pubblicità e diffusione alla canzone.
Il cantautore saluta il suo pubblico caloroso e puntuale come sempre e si prepara ad un bagno di folla e di autografi.

Il Tour farà tappa anche in altre città come Torino e Milano, poi Sergio ripartirà per gli USA dove vive ormai dal 1999.
La speranza è di rivederlo presto e di ricevere da lui ogni tanto regali musicali, come quello fatto in questi giorni con la pubblicazione di "A tu per tu" un cd che contiene alcuni dei suoi più celebri successi interpretati unicamente da Sergio con la sua chitarra acustica.


Sergio Taraddei

 
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