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Eros Puglielli è nato a Roma nel 1973.
Già prima di entrare al corso di Regia del Centro Sperimentale di Cinematografia (’94-’96), realizza alcuni lavori con tecnica elettronica che evidenziano uno stile disinvolto al servizio di racconti dai toni grotteschi, centrati soprattutto su temi e storie che appartengono al mondo giovanile.
Il suo lungometraggio d’esordio, "Dorme", girato in VHS nel 1994, diventa un piccolo caso cinematografico e, nel 2000, viene trasferito su pellicola 35mm e distribuito in sala dalla Lucky Red.
Al Centro Sperimentale di Cinematografia, Eros Puglielli si mette in luce dirigendo i cortometraggi: "Assunta", "Effetto Placebo" e "Il pranzo onirico" (in concorso al Festival di Venezia 1996, vincitore del Festival di Torino e candidato al premio David di Donatello).
Gira il videoclip di Saturnino "Shiva" ed il mediometraggio "L’Albero", una curiosa miscela tra backstage musicale e fiction che vede protagonista Jovanotti.
Nel 1997 realizza "I racconti di Baldassarre", cortometraggio in 35mm (presentato alla Mostra di Venezia, vincitore del Festival di Annecy, Verona e Pergine Valdarno).
Nell'agosto 2001 esce nelle sale il suo primo lungometraggio in 35mm: "Tutta la conoscenza del mondo", da lui definita « una rappresentazione scanzonata e disillusa dell'umana ricerca delle risposte alle domande esistenziali » con Giovanna Mezzogiorno e Giorgio Albertazzi, presentato in anteprima al Festival di Berlino.
Il 2004 è l’anno di “Occhi di cristallo”, interpretato da Luigi Lo Cascio: un thriller puro che si distacca dalle esperienze precedenti del regista (dominate dal grottesco e dalla deformazione ed esasperazione del reale). Un film « con un’anima neogotica, diretto come se fosse una storia di fantasmi, con atmosfere rarefatte e strane sospensioni ».
L’ultima fatica professionale di Eros Puglielli è “48 ore”, fiction televisiva per Canale 5 (12 puntate da 50 minuti) con Claudio Amendola, Claudia Gerini e Adriano Giannini. La serie narra le vicende di un gruppo di poliziotti della Questura di Genova, che appartengono alla Sezione Catturandi che ha il compito di catturare i latitanti. 48 ore è il tempo limite assegnato alla squadra, oltre il quale si stima che un fuggitivo possa diventare introvabile.
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"Dorme"
Diretto da: |
Eros Puglielli
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Anno di produzione: |
1994
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Durata: |
75 min.
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Supporto: |
VHS vidigrafato in 35mm (colore)
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Interpreti: |
Cristiano Callegaro
Anna Bastoni
Alessio Muzi
Federico Calisti
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Sceneggiatura: |
Eros Puglielli e Cristiano Callegaro
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Fotografia e Montaggio: |
Eros Puglielli
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Produzione: |
Indigo Film
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Distribuzione: |
Lucky Red
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Ruggero, diciottenne della periferia romana, dopo essere stato bruscamente lasciato dalla ragazza Anna (forse perché “troppo basso”), sprofonda in un bizzarro incubo depressivo. Nella smaniosa ed affannosa ricerca di Anna, Ruggero si imbatte in una serie di grottesche disavventure che lo porteranno a fare i conti con una realtà aberrante.
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«Quando giravo in video ero il regista, l’operatore, il fonico e il direttore della fotografia: ero una troupe di una persona. Oggi lavoro con 100 persone, con mezzi più pesanti e con tempi più lunghi. Il mio problema, sin dal Centro Sperimentale di Cinematografia, era quello di tradurre il mio stile di ripresa, ricco di movimenti di macchina e di tagli, all’interno di una formattazione tecnico-produttiva che non lo prevedeva minimamente se non in contesti di grandi budget. Per i produttori sembra che spettacolarità significhi necessariamente soldi. In parte è ovviamente vero ma io credo che se non ci sono abbastanza soldi per fare le cose che vuoi fare, forse, riflettendo un po’, riesci a farle lo stesso. Tutto quello che serve è preparazione millimetrica e grande elasticità. Tutto si può fare, anche con pochissimi mezzi. I limiti a volte sono più nella nostra mente che non al di fuori.»
Eros Puglielli
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La Critica
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«Il film, sia per il tipo di plot narrativo, sia per le modalità di realizzazione, riporta senz'altro al mondo del sogno. Una fotografia sgranata e soft, un caos controllato di inquadrature fuori asse, sbilenche, primi piani deformati dal grandangolo, panoramiche a schiaffo, movimenti della macchina da presa spiazzanti, attori in preda a lucidi deliri, il tutto supportato da un montaggio serrato che usa spesso la reiterazione delle inquadrature. Sembrerebbe un cocktail di trovate difficile da gestire, invece il regista sorprende per la padronanza nella gestione del linguaggio filmico, dimostrando che la scarsezza manifesta di mezzi può essere compensata dalla ricchezza delle sue trovate.
Interpretato da convincenti attori non professionisti, grottesco nello svolgersi e arricchito da dialoghi che godono di equilibrio e ironia, “DORME” è un tentativo riuscito di proporre qualcosa di nuovo nello stagnante panorama cinematografico italiano.»
(Gaetano Gentile, “Cinemastudio”)
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«La scuola dei corti garantisce per l'autore un senso del ritmo che difficilmente si trova in altri contesti, con un sapiente uso degli ambienti e del suono, con le interpretazioni degli attori, tutte naturali da apparire esilaranti e convincenti allo stesso tempo.
Speriamo solo che un piccolo gioiello come questo non passi inosservato, anche perché, a pensarci bene, sono davvero poche le occasioni per poter gustare in questo momento un po' di sano, intelligente cinema italiano.»
(Dario D'Amato, “StradaNove”)
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«Il merito maggiore di “DORME” è quello di essere uno dei rarissimi film italiani che riflettono il sincretismo culturale degli ultimi vent’anni (e ciò fa di Puglielli forse l’unico regista post-moderno presente in Italia). Cultura di massa, s’intende. Tra echi della commediaccia all’italiana, cartoon americani o anime giapponesi, con una abilità alla Sam Raimi nel manovrare la macchina da presa, e un’inventiva che sembra uscita direttamente dalla fervida fantasia del giovane autore senza passare attraverso il diaframma tecnico-estetico proprio del cinema.»
(Gilberto Berardinelli, “CinemAvvenire”)
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«Tenete presente questo nome: Eros Puglielli, romano e autore di corti pregiatissimi, il ragazzo ha talento. La dimostrazione? “DORME”, l'home movie in video girato con due lire due nel 1994 (a soli 19 anni). Il film racconta la periferia di Roma con un tono assolutamente grottesco e inusuale per la media dei registi italiani, scorre via con grande delicatezza e molto talento dietro.»
(Fabio Bo, “Il Messaggero”)
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