Miliziani islamici filsosiriani danno alle fiamme il consolato danese a Beirut - Alle 16.35 di domenica 5 febbraio l'Ansa batte la notizia dell'assassinio di un sacerdote italiano nella città di Trebisonda, in Turchia. Don Andrea Santoro, di Roma, e' stato ucciso, secondo testimoni, a colpi d'arma da fuoco davanti alla porta della chiesa parrocchiale di Santa Maria, dove aveva appena celebrato messa, da un giovane di circa vent'anni, che si e' poi dato alla fuga. L'omicidio del religioso è da ricondursi alle reazioni esasperate che in queste ore attraversano il mondo musulmano, dopo la pubblicazione sulla stampa danese di vignette satiriche che ritraggono Maometto, e che stanno originando fenomeni di violenza incontrollata in molte aree del mondo.
La polizia libanese non è riuscita domenica mattina a evitare l'assalto al consolato della Danimarca a Beirut da parte di migliaia di manifestanti infuriati. All'inizio la rappresentanza diplomatica era stata preservata grazie al lancio di lacrimogeni e idranti, ma in seguito alcuni fanatici, che hanno risposto all'appello del "Movimento nazionale per la difesa del profeta Maometto", sono riusciti ad appiccare il fuoco all'edificio che ospita il consolato, che si trova nel quartiere cristiano maronita di Ashrafieh. I più esagitati, vestiti di nero e con il volto coperto, hanno distrutto diverse auto in sosta e lanciato sassi contro una vicina chiesa maronita e saccheggiato negozi nonostante la presenza di circa 2 mila agenti e militari. Secondo testimoni gli agenti hanno sparato anche in aria per disperdere la folla, arrivata con pullman da tutto il Libano. Negli scontri 28 persone sono rimaste ferite. Il governo danese ha invitato i propri cittadini a lasciare il Libano.
Il leader del movimento integralista sunnita libanese della Jamaa Islamiya, Assad Harmoush, ha detto ai microfoni della tv libanese Lbc di aver "ordinato ai nostri seguaci di interrompere immediatamente la manifestazione perché elementi non controllati si sono infiltrati per causare questi disordini". Il leader maronita Samir Geagea ha esortato i cristiani a non rispondere alle provocazioni, affermando che questa manifestazione non ha carattere di politica interna.
Il primo ministro libanese, Fuad Siniora, ha affermato che "quello che sta succedendo non ha niente a che fare con l'islam. Mi sento molto triste per quello che vedo. I manifestanti non sono qui per protestare, ma per destabilizzare".
Il ministro della Giustizia libanese, Charles Rizk, ha condannato l'attacco alla chiesa maronita: "Un'azione inaccettabile da parte dei manifestanti. Le chiese cristiane non hanno nulla a che vedere con le vignette".
L'Iran ha richiamato il suo ambasciatore a Copenaghen e annunciato che non consentirà l'ingresso sul proprio territorio ai giornalisti danesi. Lo ha riferito il portavoce del ministero degli Esteri iraniano.
L'Organizzazione della Conferenza islamica ha condannato gli assalti alle ambasciate definendoli controproducenti per la causa dell'islam. "Eccessi di reazione che superano i limiti degli atti pacifici e democratici sono pericolosi e danneggiano gli sforzi per difendere la legittima causa del mondo musulmano», ha affermato in una nota firmata dal presidente dell'organizzazione, che ha espresso «disapprovazione per questi incidenti deplorevoli". La Conferenza islamica aveva condannato come blasfeme le vignette pubblicate da alcuni giornali europei.
In una dichiarazione su Internet l'Esercito islamico in Iraq, che aveva tra gli altri rivendicato l'omicidio di Enzo Baldoni, ha incitato a rapire danesi e "farli in tanti pezzi quanti sono i giornali che hanno pubblicato le vignette". Un altro gruppo, definitosi ala militare dell'Esercito del diritto, ha distribuito volantini in cui incitava a attaccare persone dei Paesi dove sono state pubblicate le vignette e in particolare i danesi. La Danimarca ha più di 500 militari in Iraq.
Proteste per la prima volta anche in Afghanistan per la pubblicazione delle vignette considerate oltraggiose verso l'islam. Circa 3 mila persone hanno manifestato a Mihtarlam bruciando bandiere danesi. Altre mille a Fayzabad, dove sono stati esplosi anche alcuni colpi di arma da fuoco. Cento persone in una moschea di Kandahar hanno chiesto al governo afgano di interrompere le relazioni con la Danimarca.
Estratto dalla lettera che Don Andrea aveva inviato l'11 febbraio al sito aperto dal centro pastorale missionario della diocesi di Roma.
"...ho sentito quanto sia importante e possibile a realizzarsi uno scambio di doni spirituali tra questi due mondi, il Medio Oriente, grande "terra santa" dove Dio ha deciso di comunicarsi in modo speciale all'uomo, ha le sue ricchezze e la sua capacità, grazie alla luce che Dio vi ha immesso da sempre, di illuminare il nostro mondo occidentale. Ma il Medio Oriente ha le sue oscurità, i suoi problemi spesso tragici e i suoi "vuoti". Ha bisogno quindi a sua volta che quel Vangelo che di lì è partito vi sia di nuovo riseminato e quella presenza che Cristo vi realizzò vi sia di nuovo riproposta. E' una reciproca "rivangelizzazione" e arricchimento che i due mondi si possono scambiare...".
Don Andrea Santoro
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