I militari italiani lasceranno l'Iraq e "nei tempi tecnici più brevi possibili" -
Una mossa a lungo studiata dalla Farnesina, e finalmente diventata concreta dopo gli annunci dei giorni scorsi. L'operazione ritiro (o rientro, come qualcuno preferisce chiamarla, per sottolineare che non si tratta di un fuga) ha mosso i primi passi concreti. Il primo atto del tour de force di D'Alema è stato l'omaggio al funzionario del Sismi Nicola Calipari, morto per salvare la giornalista italiana Giuliana Sgrena.
E' poi iniziata la fitta agenda degli incontri. Ad aspettare D'Alema c'era il suo omologo iracheno, il ministro degli Esteri curdo Hoshyiar al Zebari. Al centro dei colloqui, naturalmente, il ritorno in patria delle truppe italiane e le nuove modalità di cooperazione tra i due paesi. Dopo il faccia a faccia con Zebari, D'Alema ha ribadito a grandi linee il programma del governo: "Abbiamo un mandato degli elettori: i soldati tornano a casa". E ha poi promesso che "il rientro sarà graduale e si completerà entro l'autunno". Ma al tempo stesso, assicura il ministro, l'Italia rafforzerà la cooperazione politica ed economica. I settori più interessati sono ricostruzione, sanità e appoggio alle istituzioni, per "sostenere il processo democratico dell' Iraq". In particolare, il governo italiano spingerà per un "maggiore impegno in Iraq da parte degli organismi multilaterali", come Onu, Nato ed Unione europea.
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