Referendum sulla Riforma costituzionale -
Il nome di Carlo Azeglio Ciampi torna a riscaldare gli animi di maggioranza ed opposizione nell'ultimo giorno della campagna referendaria che porterà gli italiani alle urne domenica e lunedì prossimi. E l'esito che ne uscirà, al di là delle buone intenzioni di chi lo vorrebbe 'spoliticizzare', inevitabilmente è destinato a pesare sullo scenario politico con il governo rafforzato dalla vittoria dei 'No' o indebolito da quella dei 'Sì'.
Per questo l'asso Ciampi mette in fibrillazione i giocatori anche se le sue parole sono solo una conferma. «L'ho già detto pubblicamente, e non ho mai avuto dubbi - ripete - andrò a votare al referendum, perchè sono un cittadino italiano. E voterò 'No' per difendere la nostra Costituzione, che è bella, viva e più attuale che mai».
La presa di posizione di Ciampi, tuttavia, non sorprende. Il suo orientamento rispetto al referendum confermativo della riforma che contiene la devolution era in parte noto, ma non era mai stato esplicitato. Ciampi, durante il settennato, è stato uno strenuo difensore dell'impianto e degli equilibri interni della Costituzione, che più volte ha definito lungimirante e quasi un frutto miracoloso di un'ampia convergenza politica all'indomani della guerra e mentre c'erano profonde lacerazioni politiche ed ideologiche a dividere le forze politiche.
Significativo un passo del suo discorso del 25 aprile scorso. Celebrando al Quirinale l'anniversario della Liberazione, Ciampi aveva detto: «La Costituzione è stata e rimane la mia bibbia civile, il testo su cui ho riflettuto in ogni momento difficile, io che non sono mai stato un uomo politico ma soltanto un cittadino al servizio dello Stato».
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