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Libri: Vai e vivrai ovvero come, per conservare la propria dignità,
bisogna lottare per ciò che si è e per ciò che si rappresenta per gli altri
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"Vai, vivi e diventa qualcuno" è la terribile missione affidata a un bimbo etiope in un campo profughi sudanese popolato da uomini minacciati dalla carestia, dalla malattia e dalla sopraffazione.
Come Abramo chiamato dal Signore verso la terra promessa, il piccolo deve abbandonare tutto.
Bisogna che tenga per sé il suo nome e le sue radici per sovrapporvi una nuova identità e che voli sulle ali di un uccello d'acciaio fino alla terra d'Israele, dove fiumi di latte scorrono sotto gli ulivi e dove forse si diventerà tutti bianchi non appena atterrati.

Per non tradire il compito ricevuto, occorre condividere l'identità - conservando segretamente la propria - di chi ha dovuto nascondersi per secoli. Si tratta degli ebrei neri che lo stato di Israele ha fatto immigrare negli anni ‘80 pur riservando loro una difficoltosa accoglienza.
Ma la realtà si mostra ancora più difficile da gestire perché la nuova identità di Shlomo non basta ancora. Rispetto a un mondo dove l'unico pensiero era sopravvivere, la società israeliana - come la nostra - si rivela frenetica e molto più complessa.
Gli eventi si succedono rapidamente. Sarà necessario adeguarvisi attingendo al proprio coraggio fino al compimento dell'adolescenza e del suo incarico.

Ma il coraggio guida anche i compatrioti in fuga, incluso il loro rabbino, i familiari del bambino prima e poi del ragazzo e specialmente la splendida Sarah, la luce di Shlomo sin da quando lui veste i panni di Cyrano di Bergerac e lei è la sua Rossana.
Il loro rapporto matura non solo nonostante gli ostacoli ma anche grazie ad essi.
Shlomo è uno, nessuno e centomila. E' il fu Mattia Pascal che si rivela in coda al romanzo non per vivere nell'ordinario ma per liberare se stesso e gli altri dalle apparenze e per essere finalmente ciò che è diventato senza rinunciare alla propria dignità.
Solo allora scopre che tanti schermi e scudi protettivi non erano necessari.

Lo stile è essenziale ma non asciutto e tanto meno freddo, ma fotografico: la fotografia ritrae fino al dettaglio e con tutti i colori della realtà. Anzi è quasi una ripresa cinematografica. Del resto nel 2005 in contemporanea con il libro è uscito l'omonimo film premiato per la sceneggiatura al 55° Festival internazionale di Berlino.
La scrittura è introspettiva, avvolge e coinvolge fino alla commozione. Tante corde dei sentimenti sono poste in vibrazione e ognuna emette la sua nota. Accanto alle difficoltà adolescenziali si affiancano la profondità dell'amore, il senso del dovere, la solitudine e la condivisione, il soffocamento della sofferenza, ma mai lo scoraggiamento.

Però, ogni altro aspetto è sovrastato dal sorriso che conquista il lettore sia in vicende tragicomiche sia in momenti in cui Shlomo pur subendo ingiustizie riesce a non risultare sconfitto. Per la prima ipotesi, si vedano gli episodi del parere di Shlomo sul fondatore della religione israelitica, della sofferta confessione da parte della famiglia adottiva del proprio agnosticismo e del raggiro con furto nel dopo-discoteca.
Per la seconda si cita la sfida dialettica e teologica sul colore della pelle di Dio, in cui Shlomo con umiltà e buon senso trasforma la disputa in un momento d'unione.

Il senso del libro è tutto in questa tensione alla felicità nonostante tutto. Dall'esterno sembrerebbe che la felicità sia a portata di mano sin dalle prime pagine, ma l'inquietudine si stempera solo alla conclusione, quando uno dopo l'altro i problemi vengono affrontati e i muri difensivi lasciati cadere.
Solo quando si attua l'ultimo riconoscimento - espediente tipico qui reinterpretato - la commedia è portata a termine e solo in quel momento un grido trattenuto per diciassette anni compie la catarsi della tragedia che si intreccia con la ricerca della felicità.

"Vai e vivrai"
di Radu Mihaileanu e Alain Dugrand
Feltrinelli editore
anno 2005



Maurizio Colica
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