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Rafah (Striscia di Gaza) - Il presidente palestinese Abu Mazen aiuta il capo dell'Intelligence egiziana Omar Suleiman a tagliare il nastro durante la cerimonia di inaugurazione, svoltasi venerdì 25 novembre, del valico di Rafah, che collega l'estremità meridionale della Striscia di Gaza con il Sinai e dunque con l'Egitto.
Dopo la formale inaugurazione, alle ore 11 locali (12 italiane) del giorno successivo il valico è stato concretamente riaperto, permettendo alla piccola enclave di comunicare con l'esterno senza dover dipendere dalla volontà d'Israele: un primo pullman con a bordo decine di passeggeri palestinesi ha attraversato il varco, mentre centinaia di altre persone attendevano il loro turno per passare dall'altro lato della frontiera, per la prima volta dopo trentotto anni senza doversi sottoporre ai ferrei controlli di sicurezza israeliani.

Più di 600 palestinesi di Gaza, in gran parte persone in attesa di cure mediche all'estero, studenti e uomini d'affari, si erano radunati già di buon mattino alla stazione di confine in ansiosa attesa del permesso di superare i controlli burocratici per attraversare il confine con l'Egitto.
L'evento è di enorme importanza, perché, come si accennava, per la prima volta in trentotto anni non saranno più gli israeliani, ma l'Autorità nazionale palestinese a gestire l'unico confine internazionale dei Territori, e per la prima volta un soggetto terzo, l'Unione Europea, è stato accettato dagli israeliani come osservatore in un contenzioso con i palestinesi.
Il terminal al confine infatti è gestito dai palestinesi, con il monitoraggio di una missione europea, nell'ambito di un accordo raggiunto con Israele grazie alla mediazione americana.
L'apertura al passaggio di persone e merci è stato fissato soltanto per quattro ore; ma l'orario di apertura si estenderà a mano a mano che sarà pienamente operativo il contingente dell'Unione comandato dal generale italiano Piero Pistolese.
Il contingente dell'Unione Europea svolgerà ruolo di controllo, mentre gli israeliani sorveglieranno il valico attraverso videocamere a circuito chiuso, senza diritto di veto sul movimento delle persone. Per la prima volta dunque l'Autorità Palesatine assume il controllo di un confine senza diritto di veto da parte di Israele e questo potrebbe rappresentare un passo importante verso la nascita di uno Stato palestinese indipendente.

"E' un sogno diventato realtà per noi essere qui a celebrare la riapertura del terminal di Rafah come libero collegamento tra noi e i nostri fratelli in Egitto" ha detto il presidente palestinese durante la cerimonia di ieri. "Credo che ogni palestinese abbia ora il passaporto pronto in tasca. Lasciamo che varchi questo confine ogni volta che crede", ha detto Abu Mazen, mentre tagliava il nastro del rituale sotto gli occhi di centinaia di curiosi festanti.
L'inviato speciale dell'Ue, Marc Otte, ha detto che questo evento contribuirà a trasformare le frontiere in ponti, non solo tra Gaza e i suoi vicini arabi, ma anche per Israele.
Saranno una settantina gli uomini inviati da Bruxelles che vigileranno sul valico e risponderanno alle preoccupazioni israeliane per il possibile passaggio di armi e terroristi. La missione Ue dovrebbe essere pienamente operativa per metà dicembre. Fino ad allora potranno varcare la frontiera non più di 500 persone al giorno, ma in seguito la stazione opererà nell'arco di tutta la giornata.

Il valico di Rafah fu chiuso dagli israeliani il 7 settembre, cinque giorni prima del completamento del ritiro dalla Striscia di Gaza. Disordini e caos seguiti alla smobilitazione israeliana hanno fatto sì che il transito fosse consentito saltuariamente. C'è voluto l'intervento personale del segretario di Stato, Condoleezza Rice, per sbloccare l'intesa tra israeliani e palestinesi sulla riapertura.
L'accordo tra Israele, che vuole prevenire l'ingresso a Gaza di persone che considera terroristi, e l'Anp stabilisce che il movimento dei viaggiatori in entrata e in uscita sarà seguito a distanza per mezzo di un sistema di telecamere da una stazione di controllo congiunta israelo-palestinese, sotto supervisione dell'Ue.
L'alto rappresentante Ue per la Politica estera e la sicurezza, Javier Solana, ha parlato di "una grande opportunità, di una svolta". Presente anche lui alla cerimonia ha detto in una nota: "Per la prima volta i palestinesi assumono la responsabilità di gestire le frontiere esterne. E' un passo importante verso la creazione di uno Stato".
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