Attacco a Londra. In questa immagine l'autobus esploso tra Russell square e Tavistock square. Sembra che il kamikaze volesse entrare nel metrò e che la bomba che aveva addosso sia esplosa prima, mentre si trovava sul "double decker".
Dopo l'attacco a New York dell'11 settembre 2001 e quello a Madrid dell'11 marzo 2004 anche Londra, giovedì 7 luglio, ha conosciuto la barbara violenza del terrorismo internazionale.
L'attentato si è svolto in quattro sequenze:
8.51 - Liverpool Street Station - Un'esplosione avviene in un convoglio della metropolitana che ha appena lasciato la stazione di Liverpool Street. Il convoglio, al momento dell'esplosione, è all'interno del tunnel a meno di cento metri dalla stazione.
8.56 - King's Cross-Russel Square - Seconda esplosione su un convoglio della metropolitana che sta percorrendo il tratto fra le stazioni di King's Cross e Russel Square.
9.17 - Edgware Road – L'esplosione avviene mentre un convoglio sta entrando nella stazione di Edgware Road ed è ancora nel tunnel a meno di cento metri dal punto di arrivo. L'esplosione fa sbriciolare un muro e arriva a colpire anche un altro treno in sosta in un'area adiacente.
9.47 - Upper Woburn Square - La quarta esplosione non avviene all'interno della metropolitana ma nella parte posteriore di un autobus a due piani che viene completamente distrutta. Due i morti accertati (oltre a diversi feriti) per questa esplosione.
La AbcNews americana ha inoltre riferito che due bombe inesplose sono state trovate dalla polizia britannica, mentre parti di timer sarebbero state rinvenute nei siti di alcuni attacchi. Secondo le fonti della Abc entrambi i ritrovamenti sono giudicati importanti per ricostruire la matrice degli attentati e la polizia riterrebbe che tutti gli ordigni fatti esplodere siano stati azionati da congegni a tempo.
La preoccupazione tuttavia non sembra cessata.
Il ministro degli Interni britannico, Charles Clarke, all'indomani degli attacchi al metro e al bus nella City, ha dichiarato in conferenza stampa che gli attentatori potrebbero colpire ancora.
Una preoccupazione che riecheggia anche in molti ambienti dell'intelligence. «Adesso che gli attentatori sono alla macchia, un secondo attentato è molto probabile, non c'è ragione per non farlo, adesso che sono usciti allo scoperto», sostiene Charles Shoebridge, ex funzionario dei servizi. «Nella polizia c'è grande fervore adesso per arrivare rapidamente agli arresti, prima che vengano perpetrati altri attentati», continua l'esperto. E gli attentatori «cercheranno di sfruttare al massimo la libertà che è rimasta loro per uccidere qualcun altro prima di essere catturati, cosa molto probabile».
Clarke ha inoltre affermato che le autorità britanniche prendono molto sul serio la rivendicazione da parte di un gruppo che si firma «organizzazione segreta di Al Qaeda in Europa», che aveva ieri pubblicato un comunicato su Internet assumendosi la responsabilità delle stragi.
Intanto il bilancio ufficiale delle vittime parla di 38 morti e 700 feriti ma purtroppo è destinato a crescere. Già in queste ore il primo ministro australiano John Howard ha dichiarato ai giornalisti che il numero delle vittime accertate sarebbe salito a 52.
Da oggi Londra tenta un lento ritorno alla normalità, ma non sarà semplice.
Mentre i treni riprendono a circolare nella metropolitana londinese (solo due linee resteranno completamente chiuse) e i mezzi di superficie sono regolarmente in servizio da stamattina, le prime immagini diffuse dalle televisioni britanniche mostrano una City ancora semi-deserta. Il traffico dei mezzi pubblici su strada è ripreso, «ma con la metà degli utenti normali per quest'ora», rivela la rete televisiva privata Skynews. Alla stazione della metropolitana di King's Cross, dove ieri hanno perso la vita 22 persone, ad affollarsi sono solo gli uomini della polizia e dei servizi di emergenza. Alcune delle strade della City mostrano il cartello "Road ahed closed", transenne e vigili che impediscono il passaggio di quelle che sono diventate "crime scenes", con gli investigatori alla ricerca di elementi utili alle indagini.
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